E' l'ultimo regalo del vecchio governo verso i lavoratori.
si chiama legge 122. cosa è successo? è una legge infilata a dovere per
penalizzare i lavoratori dipendenti. in pratica si tratta di ricongiungere
l'inpdap che eroga le pensioni per i lavoratori dipendenti con l'inps che eroga
nel privato e per l'Inps le donne hanno diritto alla pensione di vecchiaia a 60
anni. Ricordiamo che siamo nel 2010 e l'allora Ministro del welfare Sacconi
deve aver pensato che le signore con qualche anno di contributo Inps volessero
fare una ricongiunzione di massa e prendersi la pensione di vecchiaia in
anticipo, anche se leggermente più bassa. Per impedire questa eventualità, non
è stato fatto un provvedimento ad hoc, ma la famigerata legge 122, che riguarda
indiscriminatamente tutti, senza calcolare che in questi anni di
privatizzazioni, migliaia di cittadini, senza cambiare scrivania, hanno
cambiato datore di lavoro, passando dal "pubblico" al "privato"
(dai comuni, agli elettrici, ai telefonici), e non sono loro a scegliere dove
versare i contributi, perché le regole sono decise da altri. Ora a questi
lavoratori, se non vogliono perdere anni di contributi già versati, l'Inps
chiede di versarli una seconda volta. Per chi fa domanda di ricongiunzione, la
cifra può raggiungere i 300 mila euro. Siccome si tratta per la stragrande
maggioranza di semplici impiegati e operai, si è pensato di agevolarli
inviandogli a casa le cartelle, comprensive di interessi. Così 215.000 euro
diventano 300.000, da pagarsi in 190 "comode" rate mensili di 1.600
euro. Insomma, la signora della seconda lettera se la caverebbe sopravvivendo
senza stipendio per "soli" 15 anni! L'urlo di disperazione è arrivato
in Parlamento; ad accorgersi del disastro è stata la deputata del PD Maria
Luisa Gnecchi, che ha impiegato un anno a convincere tutti i gruppi
parlamentari a porre rimedio, e nel luglio 2011 ha presentato una mozione,
votata all'unanimità, per annullare la legge 122. Ma poi il Governo l'ha
dimenticata e adesso, dopo che la Fornero ha avviato la sua audace riforma
delle pensioni, è ancora ferma in commissione bilancio.
Il problema è che si sono messi a bilancio gli ipotetici
incassi, ed ora per rimediare occorre trovare la copertura, e i soldi non ci
sono. Ma è possibile prevedere l'incasso di un importo ipotetico che, in questo
caso, è diventato "non dovuto"? In una qualunque azienda si
chiamerebbe falso in bilancio. Inoltre, dentro la maggioranza che votò la folle
122, c'era un sommo esperto di previdenza, il deputato Giuliano Cazzola...ma
non fu consultato. L'onorevole però era presente al momento del voto ed essendo
competente in materia, avrebbe potuto accorgersi che stavano rovinando
l'esistenza di migliaia di persone, ma anche a lui è sfuggito il senso di
quelle due righe. O forse non le ha ha nemmeno lette. Nell'inquietante
intervista al collega Bernardo Iovene, che per Report sta scandagliando il
mondo degli enti previdenziali, dichiara: "non è stato un errore materiale,
ma una scelta politica che si è rivelata sbagliata". Quindi si è voluto
consapevolmente fare cassa sulla pelle di onesti e modesti lavoratori, che
possono solo svenarsi per fare la ricongiunzione, o andare in pensione
totalizzando il minimo. Così, chi pensava di incassare 1800 euro al mese ne
prenderà 1200, chi pensava a 1400 ne prenderà 800. Il Ministro Fornero non è
responsabile di questa aberrazione, ma non potrà continuare a far finta di
niente. Non serve ricordare ogni giorno che sono finiti i tempi del lavoro
fisso, perché lo sappiamo già, e qualificarlo come "monotono" è una
presa in giro. Anche i tempi delle pensioni certe se ne sono andati, però
chiedere ai cittadini di pagare "il pizzo" quando cambiano datore di
lavoro, no, questo no.
(da Report)
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