martedì 17 gennaio 2012

Liberalizzazione Taxi: Pro e Contro



L'Italia è piene di caste: medici, avvocati, notai, farmacisti e..tassisti. 

Per essere un tassista non basta prendere la patente di B e essere iscritti all'albo dei conducenti alla Camera di Commercio. Per essere un tassista serve una licenza. Licenza che in teoria dovrebbe essere distribuita dal Comune con un concorso gratuito. Teoria molto ben distante dalla pratica. In realtà i concorsi per il rilascio delle nuove licenze sono rarissimi e il numero di licenze rilasciate è ogni anno più basso. La licenza si tiene stretta e ci si disfa solo una volta raggiunta l'età per il pensionamento. Si cede gratuitamente ad un familiare oppure si "piazza" a caro prezzo sul mercato. I prezzi di una licenza sono elevatissimi: si passa dai 50.000 euro per la città di Bari, ai 150.000 euro per Milano, fino a 300.000 euro per la città di Firenze.

Fare il tassista costa. Oltre alla licenza bisogna accollarsi le spese per comprare e il mantenimento di una vettura, l'Rc auto e il carburante (sempre più in aumento, clicca qui per informarti).

Il Governo vuole aumentare il numero di licenze (ad oggi sono circa 40.000 in Italia). Moltiplicare il numero dei Taxi per dare maggior servizio ai clienti e per incrementare la concorrenza tariffaria. Obbiettivo da raggiungere soprattutto in alcune grandi città (Roma, Milano, Firenze, Napoli) dove il rapporto tra licenze e abitanti risulta inferiore alle principali città europee.

L'ostacolo più grande è rappresentato da coloro che già possiedono queste licenze, licenze che con la liberalizzazioni perderebbero sicuramente di valore. L'Antitrust suggerisce l'attuazione del meccanismo di "compensazione", ovvero la possibilità di assegnare gratuitamente una seconda licenza a chi è già in possesso di una licenza con la possibilità di essere utilizzata o essere venduta.. 

Basterà? La concorrenza in teoria può e deve andare a favore del cliente. Per ciò che riguarda Roma ogni chilometro in taxi costa al passeggero 0,92 euro o 23,7 euro all’ora, al quale bisogna aggiungere 2 euro se si trasporta più di un bagaglio o si è diretti alla Stazione Termini..Una bella somma no?


2 commenti:

  1. siamo tenuti scacco da fuori legge le licenze le anno quasi tutte comprate non capisco perche non le ritirano quando invece se un poveraccio compra una casa popolare e il comune se accorge gliela toglie non gli va bene neanche se danno un altra licenza ai loro parenti,evidentemente vogliono lavorare poco e guadagnare tanto(4000/5000 al mese) il taxi e un servizio pubblico non e lusso basta con caste licenze libere

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  2. Ecco un altro “illuminato” che cerca la Verità e che non sa di cosa parla. Ormai anche la stampa più ostile alla categoria dei tassisti ha pubblicato i dati che sconfessano i luoghi comuni citati qui. I taxi Italiani costano come quelli Europei (anzi per la Verità ce ne sono di ben più cari qui in Europa) e il loro numero per abitanti è perfettamente in linea con quello delle altre Città Europee. Non mi spreco a snocciolare i numeri, le cifre sono in Internet (vai basta, come organo indipendente?), basta cercare. Sarà forse un caso che tariffe e numero di taxi per abitanti si equivalgono in tutto il Continente? No, significa solo che la gestione dell’attività non può prescindere da certi canoni minimi. Che i margini per ridurre le tariffe non ci sono, e che la mole di lavoro per i taxi è già oggi al minimo necessario. E allora, cosa vi aspettate da un aumento indiscriminato dei taxi in circolazione? Ma non credete che farebbe piacere anche a noi lavorare e guadagnare di più, non vi pare???. Se non ci credete ancora, allora vediamo quanto siete bravi. Vi do un compitino semplice semplice. Poniamo che il servizio taxi in Italia sia una azienda, della quale siete diventati improvvisamente gli Amministratori Delegati. Il vostro compito ora è: (1) CALARE I PREZZI DEI PRODOTTI (=ridurre le tariffe), per favorire la competitività del prodotto e la clientela; (2) INCREMENTARE PRODUZIONE E VENDITE (=aumentare le corse effettuate) grazie alla migliore competitività ottenuta; (3) ASSUMERE LIBERAMENTE NUOVO PERSONALE (=liberalizzare le licenze, ovvero aprire a chiunque l’accesso in azienda) per dare seguito all’incrementata mole di lavoro. Questo è quello che si aspettano tutti. Numeri alla mano, vi chiedo di dimostrarmi i dati PRE e POST liberalizzazione di: (A) TARIFFE CHILOMETRICHE; (B) NUMERO DI CORSE richieste dalla clientela Nazionale; (C) NUMERO DI LAVORATORI impiegati. Scommettiamo che non avrò nessuna risposta?
    In Italia siamo tutti bravi, tutti allenatori della Nazionale. Tutti bravi a giudicare e a fare strategie dalla nostra comoda poltrona. Magari (e senza magari) anche a insultare. Noi tassisti siamo davvero “sul campo” e sappiamo che partita si gioca; a nostro avviso l’azienda taxi in Italia è già in crisi e non è certo incrementando indiscriminatamente l’offerta che si offre un vantaggio alla cittadinanza (inclusi noi stessi), a meno che qualcuno ci dimostri il contrario (i dati di cui sopra, prego!). No, non siamo stupidi e col mercato del lavoro che c’è non abbiamo trovato di meglio che investire centinaia di migliaia di Euro per “comprare” un lavoro che ci permetta di dare il pane ai nostri figli (vivere, altro che diventare ricchi), diversamente avremmo potuto non far nulla e pesare sulle spalle dello Stato (mobilità, cassa integrazione, ecc.). Se questo non è già un bene per il Paese…
    E le centinaia di migliaia di Euro che abbiamo pagato per pagare una licenza non sono semplicemente un odioso e salatissimo “biglietto d’ingresso” all’attività (o peggio una barriera protezionistica), ma sono innanzitutto una forma previdenziale “indispensabile”, paragonabile al TFR per i dipendenti. Significa che ci vogliono decenni per ammortizzare l’investimento, e che ci si indebita per anni ed anni per costruire lentamente un capitale, al pari di come si fa con le pensioni integrative. Ci si investe la liquidazione di un eventuale lavoro precedente e ci si ipotecano anche le case nella speranza di rivedere i propri risparmi il giorno in cui ci si ritira. Pensate cosa direste voi se domani il Governo dovesse minacciare di togliervi il TFR con un semplice decreto. E’ singolare sentirsi dare dei privilegiati da persone che hanno il TFR pagato dall’azienda, che percepiscono 13ma e 14ma e più (magari oltre a bonus), ferie e malattia pagati. Smettetela di dire che ai sacrifici per il Paese dobbiamo partecipare tutti. Noi tassisti siamo stati toccati e stiamo facendo sacrifici tanto quanto TUTTE le altre categorie di cittadini e lavoratori.

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